Il Museo Casa Maddalozzo è un luogo in cui ci si tuffa nella tradizione e nella cultura di un tempo, nelle radici montane più profonde. Si tratta di una tipica abitazione rurale che si è difesa dal flusso del tempo, rimanendo pressoché inalterata per centinaia di anni. All'interno vengono messe in risalto le trasformazioni di un insediamento che si è adeguato alle modifiche socio-economiche del luogo, mantenendo intatta la bellezza della sua struttura originale e del suo contenuto. E' una testimonianza concreta che rimanda a luoghi di duro lavoro tra prati, pascoli e boschi, e uno stile di vita semplice ed essenziale che andava poco oltre la semplice sopravvivenza.
Casa Maddalozzo si trova a Rocca, in località campagna, ed è facilmente raggiungibile da Arsié percorrendo la strada che conduce a Rocca e girando a sinistra seguendole indicazioni per i campeggi. Le visite guidate possono essere prenotate chiamando il numero 392-5737174.
Forte Leone è una fortezza militare costruita a difesa del confine italiano fra il 1906 e il 1911 che faceva parte dello sbarramento Brenta-Cismon. Il suo compito era quello di battere le mulattiere che salivano dalla Valsugana all'Altopiano dei Sette Comuni fornendo una copertura di tiro in tutta la zona circostante per un raggio di 12 km. Visitandolo, sono tutt'ora visibili tutte le feritoie per le postazioni dei fucilieri. La trincea per la difesa della fanteria è in perfetto stato. Un camminamento ben protetto consentiva di arrivare alle postazioni stando defilati dai colpi nemici e per portare le munizioni a chi stava combattendo. Presso il Forte si organizza l'annuale festa dell'Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Mellame e Rivai. La storia del Forte, caduto nelle mani degli Austro-Ungarici il 12 novembre 1917, è decisamente toccante ed è riportata su tabelloni che si trovano in loco.
Il forte si trova in località Cima Campo. Da Arsié, seguire la SP38 per 18 km e poi prendere la deviazione su strada bianca. Le visite guidate sono disponibili nei mesi estivi.
C'è chi dice che il Lago di Corlo assomigli a un fiordo norvegese, con i pendii del Massiccio del Grappa e di Monte Novegno che in certe zone si tuffano a capofitto nell'acqua verde. Fu formato dallo sbarramento del Torrente Cismon nel 1954, che costrinse gli ex abitanti della conca a trasferire l'intero paese in posizione più elevata. Verso nord le sponde del lago sono dolci e arricchite da una spiaggia ad erba, mentre a sud sono irregolari e frastagliate, scavate da insenature ammirabili percorrendo il percorso che si snoda lungolago. Fra i punti panoramici più interessanti vale la pena di visitare il Ponte della Vittoria e guardare il panorama dal parcheggio davanti al bar Da Anna o dalla diga di Corlo. Oltre alla possibilità di noleggiare pedalò, rilassarsi al Parco La Campagnola o bere qualcosa nei locali che si trovano sulle sponde del lago, è anche possibile pescare secondo le disposizioni del Bacino n° 12. Ciò che non è consentito fare è nuotare, poiché il Lago di Corlo non è balneabile, anche se molti non resistono alla tentazione di tuffarsi nelle sue acque verdi e cristalline. Chi desiderasse noleggiare un pedalò, lo può fare presso il bar Il Mondo di Fortunato a Rocca o contattando Mauro Carazzai al 3457176542.
Chiesa di Arsiè
La Chiesa di Arsié è in stile barocco, come pure la statua in pietra di Maria Santissima collocata all'esterno in una nicchia della facciata. Secondo una cronaca manoscritta, fu fondata da San Prosdocimo e dedicata a Santa Maria Assunta. Nel secolo IX è ricordata come "Pieve" e matrice delle cappelle di Mellame, Rivai, San Vito e Roveri, Rocca ed Enego. Verso la metà del XIV secolo risiedevano ad Arsié diversi sacerdoti, diaconi e chierici che alla domenica si portavano nelle diverse cappelle per assistere e istruire i fedeli. I neonati, però, dovevano essere battezzati ad Arsié dove anche i defunti venivano trasportati e sepolti. Il successivo smembramento della Pieve comportò l'istituzione della Fiera delle Anime nel 1666, così definita perché in quella ricorrenza i fedeli delle frazioni e di Enego venivano ad Arsié a pregare per le anime dei loro morti sepolti nel cimitero che allora era attiguo alla chiesa madre. La chiesa perciò è antichissima. Dagli scavi eseguiti negli anni 1981-82 nella zona presbiteriale risulta che l'attuale luogo sacro sovrasta tre precedenti costruzioni. La più antica, paleocristiana, risale ai secoli V-VI. La seconda, a tre absidi, è riferibile all'alto medioevo (sec. IX-XI). La terza, posta sopra le due precedenti, fu costruita dopo l'incendio e la distruzione della Chiesa e della Canonica (1510). Di quell'epoca è pure la torre campanaria (1535). Fra il 1734 e il 1736 la Chiesa venne ampliata e abbellita, come pure nel 1813. All'interno, il coro rettangolare è dominato da un grande baldacchino con un'edicola contenente un gruppo scultoreo che raffigura la Madonna con il Bambino e che risale al tardo '400. Nell'abside trova collocazione un tabernacolo con struttura a tempietto. Il moderno altare maggiore è affiancato da figure di Angeli forse provenienti da una villa feltrina. Sulla navata si affacciano otto cappelle simmetriche distribuite ai lati degli ingressi laterali che ospitano la Grotta di Lourdes, la vasca battesimale e, negli altari minori, altre sei cappelle dedicate a Sant'Antonio da Padova, al Sacro Cuore di Gesù, al Rosario, al Crocifisso, a San Giacomo e a San Sebastiano. La tela con la Madonna del Rosario, San Domenico, Santa Caterina e i vincitori di Lepanto allude all'epica vittoria dei cristiani sui musulmani del 1571. L'altare prospiciente conserva un Crocifisso ai lati del quale due statue raffigurano la Madonna Addolorata e San Giovanni Evangelista. Il pulpito risale al '700 ed è raggiungibile da una scala a chiocciola. Due dipinti di Giambattista Volpato sono conservati in altre cappelle e raffigurano la Natività con la Sacra Famiglia, San Giacomo e l'Arcangelo Gabriele. La seconda tela, sull'altare di San Sebastiano, rappresenta la Sacra famiglia con le immagini di San Sebastiano, San Rocco e le Anime del Purgatorio. Da notare sono anche il paliotto in marmi policromi e il tabernacolo con lo sportello dipinto. Infine vanno citate la tela concessa in deposito dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia attribuita ad Alessandro Maganza e posizionata sopra il portale principale, e l'Ultima Cena densa di suggestioni tintorettesche e veronesiane. (Fonti: Tesori d'Arte nelle Chiese del Bellunese di Tiziana Conte; Calendari dell'Auser)
Chiesa di Rivai
Dedicata a San Giovanni Battista, nel 1500 già esisteva come chiesa curaziale dipendente da Arsié dalla quale si separò nel 1594 per elevarsi al rango parrocchiale. Il campanile fu costruito nel 1550. La prima versione della chiesa era una sola navata e solo nel 1890 venne ampliata e portata a tre navate. Dei quattro altari, quello maggiore è dedicato al Santo Patrono e dietro c'è una pregevole tela del Marascalchi raffigurante la Madonna con il Bambino fra San Giovanni Battista e Santa Giustina. Dietro un altare laterale dedicato a San Giuseppe c'è un'altra interessante tela che raffigura la Morte di San Giuseppe assistito dalla Madonna e da Gesù. Gli altri altari sono dedicati a Santa Barbara, a San Giuseppe e all'Immacolata, e dentro due piccole nicchie laterali affrontate ci sono le statue di San Bovo e di Sant'Antonio. Degno di nota il bassorilievo sul fronte dell'altare posto al centro del presbiterio raffigurante Gesù che spezza il pane tra due discepoli di Emmaus. La chiesa possiede un piccolo tabernacolo che imita lo stile lombardesco, ma si tratta dell'opera di un lapicida locale. Da segnalare sono infine una bella acquasantiera del 1533 e un raffinato paliotto in marmo con i bassorilievi della Madonna del Rosario e due Santi
Chiesetta di San Lorenzo a Rivai
Salendo per la strada che da Arsié conduce a Col Perer e Cima Campo (la SP38), prima del cimitero di Rivai, in alto a destra c'è la Chiesetta di San Lorenzo. Lungo il percorso che conduce all'oratorio ci sono 14 nicchie che ricordano la Via Crucis. Questo rustico luogo di culto risale al secolo XVI. Su una finestra, infatti, è scolpita la data del 1520, e sull'architrave di una porta murata è inciso l'anno 1564. Un tempo in questo tempietto aveva preso dimora un eremita, ed è possibile che per un certo periodo la chiesetta sia stata curaziale.
L'Oratorio dedicato alla Madonna della Salute fu costruito da Giovanni Battista Dall'Agnol e inaugurato e benedetto nel 1895. Le colonne esterne che sostengono il fronte dell'Oratorio furono ricavate scolpendo un unico pezzo di pietra. La base delle mura è costituita da pietre scolpite e sagomate, mentre degli scalini e il pavimento conducono al cancello in ferro battuto posto all'entrata e poi all'altare con il suo basamento ed il tabernacolo. Sulla destra del cancello si trova la pila dell'Acqua Santa che è ornata sulla parte superiore. Entrando nell'oratorio e guardando il soffitto, si può ammirare la raffigurazione di Sant'Antonio, mentre sulla destra si trova San Giovanni Battista, sulla sinistra San Pietro e alle spalle San Giuseppe. Sulla parete interna sopra la porta si vede un'immagine della Madonna con Gesù appena deposto dalla croce. Sulle pareti trovano collocazione alcuni quadri ed ex voto lasciati dai fedeli. Sul soffitto del pianerottolo esterno del Capitello è stato rappresentato lo Spirito Santo in forma di colomba. Sulla sinistra dell'Oratorio si trova un monumento in marmo in onore dei Caduti e Dispersi in guerra della frazione di Fastro Bassanese. Una colonna funge da campanile, risale al 1976 e sostituisce quella di legno ormai malandata che era posizionata sul tetto
Chiesa di San Cassiano a Rocca
Non si ha notizia di quando sia stata costruita questa chiesa. Si sa che faceva parte della Pieve di Arsié e che in essa aveva dimora un eremita col beneplacito dell'autorità religiosa. Oltre che osservare la regola della castità, povertà e obbedienza, egli aveva il compito di custodire l'oratorio e di vegliare di notte, segnalando col suono della campana eventuali pericoli d'incendio o altro. E' doveroso ricordare l'eremita padre Carlo Felice Scotti, ivi deceduto in concetto di santità nel 1653. La chiesetta perse definitivamente la sua funzione fra il 1666 e il 1674, epoca in cui venne costruita la Chiesa dismessa nel 1956. E' tutt'ora ben conservata e anche visitata da turisti e devoti perché da lassù si gode di uno stupendo panorama
Chiesa di Incino
Costruita nel 1902 e dedicata alla Madonna della Salute, la chiesetta è piccolina ma dignitosa, tenuta ben tenuta ed accogliente. E' dotata di tre altari: l'altare maggiore, quello di Santa Barbara con Sant'Agnese, e quello del Sacro Cuore. Verso la porta principale, un quarto altare ospita la venerata Madonna di Pedancino
Chiesa di Col Martel
Ubicato nei boschi vicino a Col Perer, intitolato a Cristo Re e benedetto nel 1935, l'oratorio fu eretto per volontà del Dr. Giuseppe Riva che ne sostenne il finanziamento allo scopo di consentire al fratello Don Carlo di celebrare la Santa Messa durante i lunghi soggiorni estivi in Col Martel
Chiesa di Col Perer
L'Oratorio fu costruito per permettere alle famiglie dei malgari di seguire la Santa Messa e per permettere ai giovani di essere raccolti per l'insegnamento catechistico. Inaugurato nel 1931, fu intitolato a Sant'Antonio da Padova. Una statua in marmo di Carrara scolpita dallo scultore Miozzo fu trasportata da Arsié da parte dei giovani di nome Antonio e posta all'interno della Chiesa. Il tabernacolo e i banchi furono donati da fedeli del luogo
Chiesa di Mellame
Di origine ignota, è dedicata a San Martino Vescovo ed ubicata in Piazza San Martino. Fu cappella della Pieve di Arsié fino al 1535, anno in cui si separò dalla matrice. Nel 1718 la popolazione chiese ed ottenne la fonte battesimale. Nell'agosto del 1918 una granata delle artiglierie italiane del Grappa abbatté il campanile che, cadendo sulla Chiesa, provocò il crollo del soffitto, che fu rifatto e abbellito nel 1921 con un dipinto raffigurante San Martino che dona a un povero il suo mantello. Nel 1931 gli emigranti di Mellame finanziarono la realizzazione della nuova balaustra in marmo bianco, poi mossa e collocata davanti al battistero. La Chiesa conserva uno dei più raffinati esempi di scultura lapidea rinascimentale del Feltrino, ossia un pregevole tabernacolo inquadrato lateralmente da due candelabri e sovrastato da un delicato bassorilievo dell'Annunciazione. Frontalmente, sulla parete di destra, figura inoltre un prezioso Crocifisso che si ritiene sia opera di Andrea Brustolon. Sull'altare a sinistra di chi entra in Chiesa, giù dal presbiterio, è posta la statua di Santa Barbara tra Santa Agnese e Santa Lucia. E nella cappella di fronte fa ella mostra una pregevole tela del Marascalchi che rappresenta, fra San Martino e San Giovanni Battista, la Madonna del Carmine col Bambino Gesù
Campanile di Rocca
Il campanile, risalente al 1700, giace solitario sulle rive del lago, in via San Cassiano, e offre delle splendide prospettive per scattare delle foto memorabili. La chiesa, un tempo attigua, è stata distrutta in seguito all'invaso del lago e ricostruita distante dal suo campanile
Madonna degli Emigranti
Il monumento alla Madonna degli Emigranti, costruito nel 1969 in via Della Favera a Mellame, fu promosso da alcuni ex emigranti in accordo con l'allora parroco per essere posizionato in un luogo che fosse visibile anche dal capoluogo. L'elemento che risalta maggiormente da lontano è l'arco, o meglio, la catenaria rovesciata in cemento che sovrasta la statua della Madonna la quale, a sua volta, poggia sopra il globo terrestre. Il motivo per cui si scelse tale struttura era la rappresentazione ideale della catena intesa come lavoro e i cui anelli ricordano i legami che gli emigranti hanno con la loro terra
Sacello dei Duri a San Vito
L'oratorio è dedicato ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia Martiri, ed è stato costruito da una famiglia di San Vito a seguito di una grazia ricevuta. Un componente di una famiglia dei Duri aveva dei seri problemi alle gambe e i genitori fecero un voto ai Santi Martiri perché guarisse. Portarono il figlio dove avrebbe potuto veder transitare il corteo, ed egli, alla vista delle immagini, ebbe come un sussulto e l'impulso di alzarsi dalla sedia. Quel giorno guarì e la famiglia riconoscente decise di costruire un sacello. Nella nicchia, benedetta nel 2001 dall'arcivescovo Oscar Rizzato, elemosiniere di Sua Santità, è stato collocato un nuovo gruppo di statue dei Santi Patroni
Chiesa di Fastro
Nel 1674 le comunità parrocchiali di Fastro e San Vito si staccarono da quella di Arsié, ma Fastro ebbe il primo curato solo nel 1748. Nello stesso anno un'alluvione lasciò semisepolta l'umile chiesetta sita all'imboccatura dei Solivi. Il nuovo oratorio venne edificato lungo l'odierna via Nazionale e dedicata a Santa Agnese, ed è tutt'ora ben conservato e visitabile, attiguo alla chiesa maggiore eretta nel 1816 che nel 1998 fu consacrata e dedicata a Sant'Antonio da Padova. Il soffitto è abbellito da apprezzabili dipinti che raffigurano il Sacro Cuore e la Redenzione e Sant'Antonio. Oltre all'altare maggiore ci sono altri cinque altari dedicati alla Madonna del Rosario e alla Madonna di Lourdes, al Sacro Cuore, a Sant'Antonio e a San Giuseppe. Sopra la porta centrale è posto un quadro raffigurante San Rocco
Chiesa di Rocca
Nel 1956 venne benedetta la prima pietra della chiesa dedicata a Sant'Antonio da Padova. L'edificio è di stile romanico moderno, ed è stato costruito in sostituzione della Chiesa sommersa dalle acque del bacino idroelettrico del Cismon. La Chiesa possiede diverse tele raffiguranti l'arresto di Gesù, San Rocco e Sant'Antonio, l'incoronazione della Vergine (attribuito a Palma il Giovine), la trasfigurazione di Gesù fra San Giacomo e San Giovanni, San Valentino e la Madonna dei Sette Dolori. Gli altari sono quattro laterali più l'altare maggiore, dedicati al Sacro Cuore, alla Madonna del Rosario (la cui statua viene periodicamente portata in processione), al Patrono Sant'Antonio di Padova e a Santa Barbara e Maria Maddalena
La Ceseta di Arsié
Non si sa quando sia stato costruito l'oratorio de "La Menor", all'imbocco della strada per Novegno, ma è certo che nel 1736 detta chiesetta campestre esisteva, che era stata ampliata ed era dedicata alla Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Nel 1911 la chiesetta, trascurata e cadente, venne ricostruita da Giovanni Padovan ed in essa trovano sepoltura i membri della sua famiglia
Chiesa di San Micel ad Arsiè
I primi dati certi riguardanti la Chiesetta di San Michele risalgono al 1632; si tratta di un atto di virtù del quale si faceva obbligo al Comune di Arsié di mantenerla. Nel 1636 in San Michele si stabilì un eremita francescano, col beneplacito del Vicario Vescovile. Il 26 settembre 1650 la Curia di Padova autorizzò il Vicario foraneo a benedire detto oratorio che, nei periodi di pestilenza, fu adibito anche a lazzaretto, unendo così all'uso sacro quello umanitario. Durante la seconda guerra mondiale la Chiesa subì profanazioni e devastazioni e in seguito, per un certo tempo, nessuno si curò di salvaguardarla. Solo nel 1959 il Genio Civile fece alcuni lavori di sistemazione del tetto; l'interno, però, rimaneva nel più completo abbandono e per questo non poté essere riconsacrata